Nuova Riveduta:

Giovanni 20:27

Poi disse a Tommaso: «Porgi qua il dito e guarda le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente».

C.E.I.:

Giovanni 20:27

Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!».

Nuova Diodati:

Giovanni 20:27

Poi disse a Tommaso: «Metti qua il dito e guarda le mie mani; stendi anche la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente».

Riveduta 2020:

Giovanni 20:27

Poi disse a Tommaso: “Porgi qua il dito e guarda le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente”.

La Parola è Vita:

Giovanni 20:27

Poi si rivolse a Tommaso e gli disse: «Allora, Tommaso, metti pure il dito nelle mie mani e la tua mano nel mio fianco. Non essere più incredulo, ma credi!»

La Parola è Vita
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Riveduta:

Giovanni 20:27

Poi disse a Toma: Porgi qua il dito, e vedi le mie mani; e porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente.

Ricciotti:

Giovanni 20:27

Poi rivoltosi a Tommaso soggiunse: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani! Accosta anche la tua mano e mettila nel mio costato; e non voler essere incredulo, ma fedele».

Tintori:

Giovanni 20:27

Poi disse a Tommaso: Metti qua il tuo dito, e guarda le mie mani. Appressa la tua mano e mettila nel mio costato, e non essere incredulo, ma fedele.

Martini:

Giovanni 20:27

Quindi dice a Tommaso: metti qua il tuo dito, e osserva le mani mie, e accosta la tua mano, e mettila nel mio costato: e non essere incredulo, ma fedele.

Diodati:

Giovanni 20:27

Poi disse a Toma: Porgi qua il dito, e vedi le mie mani; porgi anche la mano, e mettila nel mio costato; e non sii incredulo, anzi credente.

Commentario abbreviato:

Giovanni 20:27

26 Versetti 26-29

Che un giorno su sette dovesse essere osservato religiosamente, era un appuntamento fin dall'inizio. E che, nel regno del Messia, il primo giorno della settimana dovesse essere un giorno solenne, è stato sottolineato dal fatto che Cristo, in quel giorno, incontrò una volta e un'altra volta i suoi discepoli in un'assemblea religiosa. L'osservanza religiosa di questo giorno è giunta fino a noi attraverso ogni epoca della Chiesa. Non c'è una parola incredula nelle nostre lingue, né un pensiero nelle nostre menti, ma è nota al Signore Gesù; ed egli si compiacque di accontentare anche Tommaso, piuttosto che lasciarlo nella sua incredulità. Dovremmo sopportare i deboli in questo modo, Rom 15:1-2. Questo avvertimento è dato a tutti. Se siamo senza fede, siamo senza Cristo e senza grazia, senza speranza e senza gioia. Tommaso si vergognò della sua incredulità e gridò: "Mio Signore e mio Dio". Parlava con affetto, come uno che si aggrappa a Cristo con tutte le sue forze: "Mio Signore e mio Dio". I credenti sani e sinceri, anche se lenti e deboli, saranno benevolmente accettati dal Signore Gesù. È dovere di coloro che leggono e ascoltano il Vangelo credere, abbracciare la dottrina di Cristo e la documentazione che lo riguarda, 1Gv 5:11.

Riferimenti incrociati:

Giovanni 20:27

Giov 20:25; Sal 78:38; 103:13,14; Rom 5:20; 1Ti 1:14-16; 1G 1:1,2
1G 1:1
Mat 17:17; Mar 9:19; Lu 9:41; 1Ti 1:14

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